Eleonora era la figlia di Mariano IV, Giudice di Arborea, ovvero colui che governava la regione occidentale della Sardegna corrispondente grossomodo all'odierna provincia di Oristano.
Mariano IV era un uomo giusto e un buon governante, amato dal suo popolo e insegnò ai suoi figli a non abusare del potere di cui la su famiglia poteva godere reggendo il Giudicato di Arborea.
Ugone III, il figlio maschio, era destinato a succedere a Mariano IV e così in effetti avvenne, com'era consuetudine anche in quell'ultimo scorcio di Medioevo (siamo alla fine del XIV secolo).Ma Eleonora era decisamente più pronta del fratello ad assumersi le responsabilità di governo ma essendo femmina non aveva alcun diritto alla successione.
Il padre però, lungimirante, la lasciò studiare e anzi la volle accanto a sé per discutere dei problemi del Giudicato e farsi consigliare sul da farsi.
Eleonora fu accanto al padre anche quando quest'ultimo cominciò a redigere uno dei documenti più innovati e rivoluzioni dell'epoca, la Carta de Logu, cosa che sarebbe tornata molto utile alla stessa Eleonora quando il destino (e un pizzico d'intraprendenza) la volle comunque alla guida del Giudicato di Arborea.
Ma non precorriamo i tempi! Eleonora in quanto figlia femmina finì con lo sposarsi e lo fece nel modo più classico del tempo, unendosi in matrimonio a un illustre personaggio della famiglia Doria, Brancaleone.
Con il marito lasciò Oristano e si diresse a vivere a Castelgenovese (oggi Castelsardo), nel nord della Sardegna.
Se il destino non avesse voluto altrimenti la vita di Eleonora si sarebbe conclusa così, fra Castelgenovese e il capoluogo ligure, moglie di uno degli uomini più illustri delle Repubblica di Genova e sicuramente donna benestante e madre orgogliosa dei propri figli.
Ma Ugone III, che era succeduto al padre morì improvvisamente assassinato, lasciando come unica erede la figlia Benedetta che poco morì improvvisamente.
A quel punto gli eredi prossimi erano i figli maschi delle due sorelle di Ugone III, Guglielmo I (figli di Beatrice) e Federico e Mariano (figli di Eleonora).
Con quello che si potrebbe definire un colpo di mano Eleonora mandò il marito presso il re di Aragona per perorare la causa del figlio maggiore Federico affinché fosse riconosciuto legittimo Giudice di Arborea mentre lei salpò alla volta della Sardegna, trovandosi a Genova in quel tempo e si recò a Oristano dove prese il comando delle operazioni, ricercando e punendo gli assassini del fratello.
A quel punto al re di Aragona non restò che confermare il giovanissimo Federico in qualità di Giudice di Arborea e sua madre Eleonora come reggente in suo nome stante la giovanissima età di Federico.Quello che Eleonora non aveva potuto ottenere per difetto di nascita (essendo donna e non uomo) lo ottenne grazie al fato e alla sua determinazione ad agire rapidamente e senza scrupoli proprio come avrebbe fatto un uomo, verrebbe da aggiungere.
Purtroppo la vita di Eleonora era già stata ampiamente costellata di lutti (dovuti in gran parte alla peste che imperversava in quegli anni) e anche il figlio primogenito Federico morì tristemente nel 1387 a soli dieci anni d'età.
Gli succedette in carica il fratello Mariano V (di uno o due anni più giovane), il quale governò (si fa per dire) sino alla sua morte avvenuta nel 1407.
Infatti sino al 1403 (quando aveva già 25 o 26 anni) a governare realmente fu la madre (con l'aiuto del marito Brancaleone Doria) almeno finché Eleonora non morì, appunto in quell'anno.
Nel 1407 Mariano V fu a sua volta assassinato e il Giudicato passò a un erede di Beatrice (sorella di Eleonora) che vendette il Giudicato di Arborea al regno di Aragona.
La figura di Eleonora di Arborea spicca non solo perché è stata una donna di potere e lo ha esercitato in modo deciso, quasi fosse ella un uomo, ma viene altresì ricordata per aver promulgato nella sua versione definita quella Carta de Logu che aveva visto nascere dalle mani del padre e che era stata poi completata dal fratello Ugone III.
Eleonora riprese in mano il documento, lo limò e lo perfezionò nei suoi dettagli e lo pubblicò in modo definitivo il 14 aprile 1392 (anche se la data non è certa al 100%).
La Carta de Logu era di fatto un documento costituzionale che creava per la prima volta in Sardegna, ma di fatto in quasi tutta l'Europa d'allora salvo l'Inghilterra (che aveva avuto la Magna Charta Libertarum circa un secolo e mezzo prima), una prima bozza dello stato di diritto, ovvero laddove all'arbitrio del potere dominante veniva sostituita la certezza delle legge che valeva per tutti, regnanti compresi e che doveva essere conoscibile preventivamente da tutti, in modo da poter essere applicata correttamente.
Una vera rivoluzione nel campo del diritto ma soprattutto nella gestione della cosa pubblica e del rapporto fra il potere dominante e i cittadini che non erano più solo sudditi ma anche detentori di diritti costituzionalmente riconosciuti.
La Carta de Logu rimase in vigore anche nelle successive trasformazioni del Giudicato di Arborea e venne di fatto sostituita soltanto nel 1827 del Codice Feliciano durante il Regno di Sardegna.
Un documento che ebbe vita molto lunga attraversando 435 anni di storia e molti cambi di dominazione in quella terra chiamata Arborea.
Foto di Nanne Tiggelman da Pixabay




Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.